Grotta Pandora (1850La)

Monti Aurunci - Formia

Descrizione e dettagli esplorativi

La Grotta Pandora (1850La) che si apre in località Fosse di Sola, piano carsico che si estende tra la cima di Mt. Redentore e Monte Altino sui Monti Aurunci, deve il suo nome evocativo ai lavori di apertura dell’ingresso nel 2011: quando infatti la rimozione di un grande masso svelò per la prima volta il buio dell’ambiente sottostante sembrò finalmente di aver aperto “il vaso di Pandora”. Tuttavia si era allora ben lontani dall’immaginare che questa grotta sarebbe diventata tra i fenomeni carsici più importanti nonché, per profondità, seconda solo all’Abisso del Vallaroce (-401m), di tutto il massiccio soprattutto perché la prima fase di esplorazione si rivelò difficile. I primi 30m di cavità sono infatti caratterizzati da passaggi stretti e angusti, intervallati da due brevi salti di dimensioni comunque contenute, fino ad arrivare sulla sommità di un P. 15 alla cui base si accede in ambienti più ampi. La prosecuzione a questo punto sembrava obbligata in un pozzo, che ad oggi si lascia sulla sinistra nella normale percorrenza, verticale che introduce nella Sala Divorzio, via che non viene più percorsa dopo l’apertura di un passaggio basso che immette in un’ampia verticale da 10m che conduce ugualmente alla Sala Divorzio. A questo punto la grotta sembrava di nuovo rivelare la strada verso la profondità senza ostacoli di sorta: un breve e comodo meandro orizzontale conduce direttamente sulla cima di una grande ambiente verticale, Sala degliu Sigaru, la cui discesa per 18m conduce ad una frana concrezionata e stabile.


Grotta Pandora partenza del P30
Grotta Pandora - Partenza del P30

Il sondaggio di diversi pertugi aperti nel crollo permise di guadagnare la sommità di una nuova successione di salti, Pozzi Gianluca, in ambienti larghi e tra loro intervallati da terrazzi di roccia viva, un vero e proprio “pozzo cascata” alla cui base si giunge a -120m di profondità. I 30m successivi di cavità sono caratterizzati da un brusco cambio di morfologie dove l’accentuata verticalità degli ambienti soprastanti viene meno in favore di passaggi orizzontali spesso stretti e alle volte di difficile percorrenza: il Meandro Cristiano permette di raggiungere la Sala d’Ilaria dalla quale, a sua volta, si diparte il meandro decisamente angusto di eo ci passo alla fine del quale si apriva un oblò non praticabile che lasciava intuire la presenza di un ambiente più largo oltre. Tuttavia fu probabilmente il rumore inconfutabile dello scorrere dell’acqua che accoglieva ogni volta gli esploratori lì recatisi per cercare di forzare il passaggio stretto a convincere gli stessi a non abbandonare il lavoro. Il superamento della strettoia confermò da subito la presenza di uno scorrimento perenne, anche in piena estate, ma soprattutto permise di arrivare ad affacciarsi su un grande pozzo profondo 40m, nel quale il ruscello si getta direttamente, Pandora risultava essere allora tutt’altro che chiusa. La base della verticale appare nettamente bipartita da un arco roccioso: la via a nord drena la stragrande maggioranza dell’acqua in un ringiovanimento attivo, ancora oggi solo parzialmente sondato e che rappresenta uno dei fronti esplorativi più promettenti di tutta la cavità. A sud la via dell’acqua viene abbandonata in favore di un’ulteriore grande fuso profondo 29m al quale fa seguito un salto da 16m che conduce alla profondità di -240m. Da qui, dopo aver superato alcuni passaggi stretti, si giunge a nuove verticali fino ad un P. 28 impostato su diaclasi, così come tutto il resto degli ambienti sottostanti. Alla base di quest’ultimo pozzo la via risulta di nuovo bipartita: in direzione N-NO, dopo aver superato una china di fango si guadagna l’accesso al Ramo delle sabbie immobili dove, muovendosi lungo la frattura, si giunge ad un breve salto che porta in ambienti marcatamente caratterizzati da depositi sabbiosi, non a caso noti come l’Ultima spiaggia. Una condotta bassa d’interstrato percorsa da labile corrente d’aria rappresenta uno dei fronti esplorativi più promettenti di queste zone profonde.


Rilievo della grotta Pandora Monti Aurunci
Grotta Pandora - Rilievo fino a -140m

Percorrendo l’altra via, che si diparte dal P. 28, si vanno scendendo altre verticali che risultano complessivamente essere profonde circa 40m alla base delle quali si torna a all’interno della frattura genitrice fino a raggiungere un fuso parallelo le cui pareti risultano essere completamente ricoperte di fango, Pozzo Peppa Pig a -330m di profondità. I passaggi seguenti arrestarono le esplorazioni per circa un anno: le pareti della diaclasi andavano infatti stringendosi e, nonostante si intuisse la possibilità di una prosecuzione, servì tempo e forze ingenti per forzare il passaggio. Quando si riuscì a superare l’ultimo restringimento si sperava vivamente in una ripartenza della cavità con grandi ambienti verticali, come era successo più volte in passato, tuttavia una galleria condusse ad un breve saltino alla cui base si incontra una diaclasi dalle pareti perfettamente levigate ma di marcato accento tettonico. Il difficile passaggio in frattura condusse in quelli che ad oggi sono gli ambienti più estremi della grotta a circa -350m di profondità, il rilievo topografico di queste zone non è ancora stato effettuato, dove l’aria va perdendosi in un angusto passaggio in risalita e un piccolo salto dalla partenza stretta che rappresenta l’ultimo fronte esplorativo. Questi ambienti finali lasciano presagire l’ipotesi che la grotta vada abbandonando i sistemi di fratture ad accento quasi totalmente tettonico che la caratterizzano negli ultimi 70m ca. in favore di situazioni nuovamente percorse dall’acqua, non si esclude quindi del tutto la possibilità di sviluppi nuovi che potranno essere guadagnati in punte esplorative future. Complessivamente, come già accennato all’inizio, le esplorazioni in questa grotta rappresentano senz’altro uno dei più consistenti risultati raccolti dal Gruppo Grotte Castelli Romani sui Monti Aurunci negli ultimi anni e nonostante la frequentazione di questo fenomeno carsico sia andata diminuendo è molto probabile che Pandora riservi ancora qualche sorpresa risvegliando all’improvviso attenzioni mai del tutto sopite.


Il Duvalius dellermae


Duvalius dellermae
Il Duvalius dellermae

La Grotta Pandora, oltre alla profondità raggiunta che la colloca tra i maggiori abissi dei Monti Aurunci, vanta un aspetto decisamente importante dal punto di vista naturalistico. Nel corso delle esplorazioni (-140 ca) fu campionato un insetto, che a seguito di uno specifico studio ad opera di esperti entomologi, si è rivelato appartenere ad una nuova specie di coleottero troglobio, endemico e privo di classificazione: il Duvalius dellermae. Il risultato e la pubblicazione degli studi sono consultabili alla seguente pagina: Duvalius dellermae



grotta pandora pozzo da 15 metri speleologia
Grotta Pandora - P15

Foto

Ingresso della grotta Pandora
Grotta Pandora Monti Aurunci
Grotta Pandora Formia
Monte Redentore
Gruppo Grotte Castelli Romani grotta Pandora
pozzo da 20 metri grotta Pandora

Riferimenti bibliografici:
F. SIRTORI 2013
Grotta Pandora, GGCR, Le Grotte dei Monti Aurunci, Volume 1, il territorio della XVII Comunità Montana, Formia, pp. 133-138.
P. DALMIGLIO 2015
Grotta Pandora, in L. Alessandri (a cura di), Attraverso il vuoto, Atti del VI Convegno della Federazione Speleologica del Lazio, Genzano di Roma 7-8 dicembre 2013, Roma, pp. 20-29.