I Monti Aurunci (Lazio)

Breve panoramica del massiccio aurunco



Inquadramento geografico

I Monti Aurunci rappresentano l’ultima propaggine della catena dei Volsci, sistema di rilievi che comprende anche i massicci dei Monti Lepini ed Ausoni che, quasi senza soluzione di continuità, attraversano perpendicolarmente la porzione meridionale del Lazio. Questa catena risulta essere al suo interno bipartita in due macro aree: i Monti Aurunci Occidentali ed i Monti Aurunci Orientali. I primi rappresentano la zona più vasta e articolata che vede i comuni di Pontecorvo, Campodimele, Esperia, Spigno Saturnia, Itri e Formia oltre a diversi centri abitati minori alle pendici (Castellonorato, Trivio e Maranola, solo per citarne alcuni). I Monti Aurunci Orientali presentano elevazioni minori e si collocano a ridosso del confine regionale con la Campania, rientrando nel territorio dei comuni di Ausonia, Coreno Ausonio, Castelforte e Suio. Elemento di demarcazione geografica delle due realtà è l’incisione valliva della Valle dell’Ausente che ad oggi ospita l’importate asse stradale Cassino-Formia. Il massiccio aurunco, nella sua totalità, appare delimitato a Nord dalla grande Valle Latina che separa queste montagne dal retrostante Appennino; ad Est trova affaccio sulla Valle dell’Ausente, sul fiume Garigliano, fino al sistema vulcanico di Roccamonfina; a Sud i contrafforti dei monti quasi sfiorano l’ampio Golfo di Gaeta, infine ad Ovest i rilievi vanno in parte abbassandosi incontrando le ultime propaggini della Piana di Fondi e da qui, poco distanti, i Monti Ausoni.


I Monti Aurunci
Panoramica dei Monti Aurunci



Vette e valli dei Monti Aurunci

Mt. Petrella (1533m s.l.m.), in affaccio sul Golfo di Gaeta, è la massima elevazione dell’intero massiccio carsico; numerose le altre montagne presenti sul territorio, spesso conformate in dorsali che si elevano sulle vallate o circondano gli altipiani carsici. Tra le maggiori cime è doveroso citare almeno Mt. Campetelle (1494m s.l.m.), Mt. Sant’Angelo (1402m s.l.m.), Mt Altino (1367m s.l.m.), Mt. Forte (1321m s.l.m.), Mt. Ruazzo (1314m s.l.m.), Mt. Faggeto (1259m s.l.m.), Mt. Fammera (1168m s.l.m.) e Mt. Maio (940m s.l.m.), quest’ultimo nella parte orientale. Di modesta elevazione ma sicuramente in posizione di assoluto rilievo è la Cima del Redentore che con i suoi 1254m s.l.m. offre uno dei panorami più belli dell’Appennino: uno scorcio sulla costa del Tirreno, dal Vesuvio al promontorio di Gaeta, fino alle isole Ponziane. L’antropizzazione è confinata alle poche vallate che tagliano le dorsali montuose ed è soprattutto legata alla pastorizia e alle attività agricole. Tra le valli di maggior estensione si ricordano Le Ornete, la Piana di Polleca, Campello, La Valle, Piana del Campo, Faletto e Valle Gaetana.


Panorama da Mt Sant'Angelo
Panorama da Mt. Sant'Angelo (1402m s.l.m.)



Carsismo aurunco e sorgenti

Il territorio risulta essere fortemente modellato da un carsismo molto pronunciato, aspetto che arricchisce notevolmente l’interesse paesaggistico e morfologico di queste montagne: vette arrotondate, doline e pianori carsici (Campo di Venza , Valle di Sciro) sono il risultato del lento effetto del carsismo di superficie. Nel sottosuolo, invece, il carsismo ipogeo ha creato gallerie, meandri, cunicoli e sale a volte anche di notevoli dimensioni. Di notevole interesse per la speleologia, questi vuoti ed in generale l’intero reticolo sotterraneo, sono il frutto dell’erosione dovuta all’acqua che velocemente abbandona la superficie per aggredire le bancate calcaree sottostanti, fluire in profondità sotto i piani carsici e lungo collettori, per poi fuoriuscire dalle sorgenti più a valle. Com’è facile intuire, l’acqua è un elemento assai raro, quasi invisibile in esterno anche se a quote diverse sono presenti sorgenti perenni o a carattere stagionale. Tra le sorgenti in quota si segnalano Fontana di Canale , Sorgente di Acquaviva, Fontana Tozzi, Il Colle, Pontumella e Ottorile mentre più a valle ed in prossimità dei centri abitati abbiamo Mazzoccolo (Formia) e Capodacqua (Spigno Saturnia), solo per citarne alcune. Numerose le sorgenti nell’area orientale (sistema di Mt Maio), nei comuni di Castelforte e Suio, alcune delle quali con acque sulfuree e per questa caratteristica, sfruttate nei centri termali locali. Informazioni aggiuntive e qualche dettaglio sulla portata è possibile ricavarle consultando l'estratto della pubblicazione Atlante delle sorgenti della provincia di Latina (1 Mb).


La fontana di Acquaviva
La fontana di Acquaviva



Vegetazione

Molto importanti risultano essere le vaste coperture boschive che coprono in maniera più o meno fitta le falde dei monti, mutando dagli intricati sottoboschi delle zone vallive o semi-vallive ai boschi in quota. Altrettanto peculiari sono le coperture vegetazionali a carattere arbustivo che occupano i versanti più brulli e assolati, assumendo non di rado conformazioni quasi impenetrabili e con specie quali il biancospino, l’erica, cornioli e ginestre. Presenti anche erbe aromatiche di specie diverse, particolarmente abbondanti risultano essere i cespugli di Salvia officinalis e di timo. Il bosco misto ospita alberi di leccio e roverella così come l’acero, il carpino, l’agrifoglio e il sorbo di montagna. Oltre i 900m la fascia vegetazionale cambia aspetto ospitando quasi esclusivamente conifere e faggi.


Bosco Monti Aurunci
Bosco misto



Il Parco e gli altri enti

Gran parte del territorio della catena occidentale è immerso nel Parco Regionale dei Monti Aurunci, un’area naturale protetta nata nel 1997 ed estesa circa 20.000 ha., con ambienti ancora incontaminati e non sempre facilmente raggiungibili. Questa realtà ha consentito la protezione e conservazione della biodiversità botanica, faunistica e più in generale, naturalistica. L’incessante attività delle Comunità Montane (XIX e XVII) garantisce la fruibilità dell’ambiente montano con la manutenzione dei sentieri, la prevenzione degli incendi e la gestione dei rifugi. Da evidenziare anche la sezione del Club Alpino (CAI) di Esperia, da sempre impegnato nell’organizzazione di eventi volti alla conoscenza del territorio nonché alla formazione e pratica delle attività di montagna in sicurezza, non di rado anche con la collaborazione del Gruppo Grotte Castelli Romani.